Una scultura
intitolata Nel Nome di Dio è stata
inaugurata in fronte alla Cattedrale di Copenaghen il primo di Dicembre,
giornata internazionale della lotta all’AIDS. La scultura rappresenta una
minorenne incinta e crocifissa su una grande croce. È stata concepita come un
richiamo culturale, un commento dell’artista riguardo la crociata dei
fondamentalisti biblici contra la contraccezione e la educazione sessuale
(fondamentalisti tra i cui esponenti ricordiamo il Presidente Bush e il Papa).
L’inaugurazione è stata realizzata in collaborazione con il decano Anders
Gadegaard ed il consiglio parrocchiale. L’evento ha suscitato un gran dibattito
nei mass media e su Internet. Potete seguire il dibattito sul seguente link:
La scultura esibita in Copenaghen è la prima di una serie di sculture
simili che saranno esposte in vari paesi. Non ha la pretenzione di contribuire
al dibattito sull’aborto. Il suo scopo è quello di rivendicare il diritto ad
utilizzare metodi anticoncezionali e ad una vera educazione sessuale senza
pregiudizi, punto di vista compartito senza dubbio alcuno da molti e senza
necessità di riferimento al tema dell’aborto.
Descrizione del concetto e della scultura:
Una minorenne incinta in formato naturale.
Verranno fuse alcune varianti in rame. Alcune delle sculture adolescenti
saranno nude – altre avranno coperte le parti più intime. Questo per evitare
una polemica infruttuosa sulla nudità che potrebbe sorgere in alcuni paesi con
l’unica consequenza di sviare il dibattito. La scultura sarà presentata in
diversi modi: fissata ad una croce o su un piedistallo. L’altezza della croce
può variare tra i 2,5 ed i 5 metri, in maniera da adattarsi ad ogni luogo di
esposizione.
La scultura sarà accompagnata da un poster
con una foto a colori della minorenne in croce con il nome della scultura e la
seguente frase: In memoria delle vittime
del fondamentalismo. Nella parte opposta saranno incluse una breve
presentazione riguardo le consequenze dell’influenza dei fondamentalisti in
vari progetti portati a termine da cliniche che praticano la contraccezione.
Tanto la scultura quanto il poster saranno
utilizzati in diversi contesti:
Potete seguire
costantemente il progresso del progetto su:
http://www.aidoh.dk/InTheNameOfGod
Si trova un’ampia
documentazione e innumerevoli links sulla situazione mondiale riguardo al virus
dell’HIV e all’AIDS su:
Sitio di esposizione:
L’installazione è stata inaugurata davanti
alla cattedrale di Copenaghen il primo di dicembre, giornata internazionale
della lotta all’AIDS. Sarà esposta successivamente in Kenya, Londra, USA e
Roma.
Partecipanti:
Speriamo di potere collaborare coi
seguenti partecipanti:
Simbolismo:
La scultura può essere interpretata in
diversi modi:
Blasfemia?
La croce ha un alto potere simbolico. Ci
aspettiamo di conseguenza reazioni molto forti in protesta contro la scultura.
Probabilmente molta gente la considererà come qualcosa di blasfemo.
La scultura non è assolutamente stata
concepita come un atto blasfemo. Quando si fa un paragone tra la sofferenza di
Gesù in croce e la sofferenza delle donne nella modernità si intraprende
un’interpretazione moderna di Gesù. La sofferenza e morte in croce furono una
espressione di compassione e solidarietà infinita all’uomo. Gesù stesso
rappresenta l’unione stessa della propria sofferenza e di quella dell’essere umano
nella dichiarazione “in verità vi dico: tutte le volte che l'avete fatto ad uno
di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". (Matteo 25,40). Le
sue parole ci invitano a riconsiderare seriamente la compassione nel contesto
moderno. Questo è esattamente l’obiettivo della scultura, che manifesta in
forma puramente simbolica la compassione per tutti coloro che soffrono.
Se non fosse permesso mostrare Gesù in
croce in un atto di manifestazione in difesa degli oppressi con il linguaggio
simbolico dell’Arte, la narrativa del Vangelo si vedrebbe ridotta nel migliore
dei casi ad una cerimonia vuota e senza relazioni con il mondo attuale (nel
peggiore dei casi verrebbe strumentalizzato per legittimare una politica che
sta causando sofferenza e uccidendo milioni di persone innocenti). Di fatto,
considero che l’abuso di Dio e della Bibbia da parte dei fondamentalisti è la
cosa che più si merita l’accusa di blasfemia.
Questa manifestazione artistica è contro
quell’interpretazione religiosa che fa soffrire i più deboli nel mondo. Non è
un’accusa contro la Cristianità in senso globale. L’artista ringrazia la
collaborazione con i gruppi cristiani che rivendicano i tradizionali valori
cristiani, come quello della carità. Se si ricerca nella storia della Chiesa si
incontreranno infiniti esempi di monasteri e ospedali relazionati alla Chiesa
Cattolica o ad altre Chiese, il che dimostra una buona volontà nell’aiutare i
poveri e gli ammalati, quando nessun altro era interessato ad aiutarli.
In più di una occasione Jens Galschiot ha realizzato progetti in
collaborazione con gruppi cristiani, sia in Danimarca che all’estero.
Fatti basici
I fondamentalisti, con il Presidente Bush
e il Papa in testa, stanno esercitando sempre maggiore influenza nel dibattito
sull’AIDS e i metodi anticoncezionali. Una conseguenza terribile di questa
estrema interpretazione della cristianità è stato il ritiro dei fondi e del
supporto economico dai programmi che le Nazioni Unite e ONG hanno portato a
capo in tutto il mondo in favore della diffusione della conoscenza dei
contraccettivi. I fondamentalisti sostengono che il dono di preservativi e la
promozione dell’informazione sui contraccettivi costituiscono un’incitazione
alla promiscuità. Inoltre affermano che bisognerebbe insegnare alla gente a non
avere relazioni sessuali prima del matrimonio e una volta sposati, solo con lo scopo di procreare.
Questa politica ha avuto delle conseguenze
disastrose laddove è stata applicata. Uganda era riuscita a ridurre la
diffusione dell’AIDS negli ultimi dieci anni grazie a grandi campagne
informative in favore dell’uso del preservativo e della limitazione del numero
di relazioni di coppia. Si era avviata una distribuzione di preservativi alla
popolazione in forma gratuita. Il risultato è stato una diminuzione delle
persone contagiate dal 15% (nella popolazione del 1990) al 5% nel 2001. Nel
2002, la nuova politica contro i contraccettivi è stata introdotta nuovamente
in Uganda, in seguito alle richieste del Presidente Bush, e i preservativi sono
stati ritirati dalla circolazione. L’astinenza sessuale è considerata come
l’unica maniera per combattere l’infermità. Questo ha fatto si che il numero
delle persone contagiate sia cresciuto da 70.000 nel 2003 a circa 130.000 nel
2005.
Quasi parallelamente, la stessa politica contro l’informazione sui metodi
anticoncezionali è stata applicata anche in Texas e Texas è appunto uno di
quegli stati in USA con la percentuale più alta di contagiati con il virus
dell’HIV, così come il numero più alto di minorenni incinte.
Jens
Galschiot, Scultore - Banevaenget 22 - DK-5270 Odense N - Danimarca
Tel.: (+45) 6618 4058 - fax: (+45) 6618 4158 - e-mail: aidoh@aidoh.dk - Internet: www.aidoh.dk
Jens Galschiot, scultore danese, nato nel 1954. Dedica la sua arte in
difesa dei principi etici della nostra società, senza scopi politici, religiosi
o economici. Tra i suoi progetti più conosciuti si può menzionare La Colonna
dell’Infamia, eretta in Hong Kong, Messico e Brasile. Le sue manifestazioni
artistiche sono finanziate attraverso la vendita di sculture a collezionisti
d’arte.
Redazione
finita il 5 gennaio 2007.