Questo è il nome in tzotzil della Colonna dell’Infamia. Si tratta di una scultura di 8 metri che si trova nella comunità di Acteal nello Stato del Chiapas in Messico. Ancora una volta la scultura serve da regalo di Natale per gli indigeni da parte dello scultore danese Jens Galschiot.
La storia iniziò con il massacro di 45 indigeni che stavano partecipando ad una messa di Natale chiedendo la pace e la riconciliazione nel municipio il giorno 22 di dicembre dell’anno 1997. Morirono principalmente donne e bambini, massacrati da gruppi paramilitari che attaccarono la piccola chiesa di legno. Pochi dei colpevoli sono stati condannati, mentre la maggior parte di loro permane nell’impunità.
Il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) e Jens Galschiot posero insieme, nel 1999, la Colonna dell’Infamia, per non dimenticare. La scultura consiste in più di 50 corpi umani soffrendo in forma di piramide, un corpo sull’altro. Nel 1997 Galschiot aveva posto il primo esemplare ad Hong Kong come manifestazione contro la mattanza del movimento democratico in piazza Tienanmen, a Pechino, in Cina. La seconda Colonna venne eretta in Brasile nel 2000 per denunciare un massacro di lavoratori Sem Terra. La stampa internazionale non tardò nel ribattezzare la scultura come Premio Nobel del crimine.
Finora, il significato della Colonna dell’Infamia messicana è spiegato solo in inglese e spagnolo, lingue che molti indigeni non possono capire. Perciò è nata la richiesta di avere la spiegazione in tzotzil, la lingua locale. Le traduzioni sono state mandate in Danimarca, dove lo scultore ha impresso i testi, che per lui è assolutamente impossibile capire.
La scultura assume un significato importante durante le cerimonie in ricordo delle vittime, che si celebrano il 22 di ogni mese. Queste manifestazioni culminano nel periodo natalizio, all`avvicinarsi della data dell`anniversario, quando molta gente arriva da tutto il mondo per stringersi intorno a questo popolo e non dimenticare il dramma del massacro. Quest’anno Doris Palvio e Mikkel Iversen, danesi, consegneranno le nuove placche di bronzo agli indigeni di Acteal come rappresentanti di Jens Galschiot. Galschiot è stato espulso dal Messico dopo aver posto la Colonna dell’Infamia nel 1999, con l`intimazione di non farvi ritorno.
Ho provato molta vergogna quando mi hanno chiesto di scolpire ua targa anche in lingua tzotzil. Anch’io mi sono sentito colpevole rispetto al non riconoscimento delle culture indigene. Prima avevo realizzato le spiegazioni solo negli idiomi dei bianchi, ma ora per fortuna ho regolato il problema, dice lo scultore.
¡Ya basta!
Il 1° di gennaio è il 10° anniversario del levantamiento dell’EZLN (l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale). Il primo gennaio del 1994, gli zapatisti occuparono San Cristobal de Las Casas e quattro altri capoluoghi municipali dello Stato del sud-est messicano. Gli indigeni gridarono al governo messicano il proprio ¡Ya basta! all’oblio, all’emarginazione ed all’esclusione sofferta per più di 500 anni.
Molti non capiscono le richieste dei popoli indigeni, ma come molti altri paesi nel mondo Messico ha una costituzione dove si stabilisce l’eguaglianza di tutte e tutti, cosi come l´uso e lo sfruttamento equo delle risorse naturali del paese. La realtà è che il governo non ha voluto riconoscere nessuna delle domande di questi popoli contenute all’interno degli accordi di San Andrés e firmati dal Governo Federale e dall’EZLN il 16 di febbraio dell’anno 1996: la corruzione e la violazione costante dei diritti umani sono la risposta a queste domande, manifestazione di una evidente mancanza di volontà da parte dei governi federale e statale di attendere ai “tre segnali” che l’EZLN richiese all’attuale governo di Vicente Fox per re-iniziare il dialogo e le negoziazioni per la pace.
Questa attitudine si mostrò quando il primo ministro danese visitò il Messico nel novembre del 2003: Anders Fogh Rasmussen disse, come rappresentante dell’Unione Europea, che era impressionato dai progressi registrati nell’ambito del rispetto dei diritti umani, riferendosi ai primi tre anni del sessennio di Fox. Rasmussen complimentò inoltre Fox per aver migliorato la situazione dei popoli indigeni. Questa è una idea che non può essere confermata da nessuna organizzazione indigena. I popoli indigeni non osservano nessun miglioramento e continuano a soffrire repressione e discriminazione – come o peggio di prima.
Questa situazione implica che centinaia di persone ogni Natale si riuniscano per protestare pacificamente in cerimonie come quella di Acteal, dandosi appuntamento intorno alla scultura che denuncia internazionalmente le violazioni dei diritti umani, per solidarizzare e condividere la pena ed il dolore delle famiglie che hanno perso i propri cari.
Foto della Colonna della Infamia in Messico si trovano gratis sul sito: www.aidoh.dk/photos/photoposmex-index.htm
Per
maggiori informazioni:
Jens
Galschiot - Banevaenget 22, DK-5270 Odense N, Dinamarca
Tel.
(+45) 6618 4058 - Fax (+45) 6618 4158 - E-mail: aidoh@aidoh.dk
- Info: www.aidoh.dk
Contatto
con Doris Palvio en México: palvio@yahoo.com
Contatto
con Luca Martinelli (CIEPAC) in Messico:
Tel.
+52 (967) 674 5168, mive98@hotmail.com
Las Abejas
ad Acteal: xarupe@hotmail.com
Informazioni
sulla situazione in Messico:
www.ezln.org
e www.laneta.apc.org/cni/
(Congresso Nazionale Indigeno)
traduzione di Luca Martinelli
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1999: The Pillar of Shame in Mexico |